mercoledì 28 marzo 2007

Ovis Molis, chocolate chips cookies e cialdine...che sia un dolce inizio settimana!



Questa particolare pasta frolla è a dir poco deliziosa, è friabile e scioglievole...quella che dovrebbe offrire Ambrogio alla nostra richiesta di "qualcosa di buono", altro che roches....

Un paio di week-end fa mi sono data alla biscotteria e ho preparato per il pranzo della domenica (riunione a casa della sorella "la grand") e per il tè pomeridiano ben "UDITE,UDITE" quattro tipi di biscottini diversi...senza barare, 4 impasti diversi, 4 sapori diversi, 4 umori diversi:
Gli ovis molis per l'appunto, moooolto particolari e "raffinati" io l'interpreterei così, si sciolgono davvero in bocca!

Questa pasta frolla differenzia dalle altre per l'uso dei tuorli SODI nell'impasto, quando lo dico a questo punto tutti mi guardano storto e si domandano se non stia diventando un pò tocca...adesso lo so perfettamente che per i foodblogger questa non rappresenta nessuna stranezza...ma molte cose che posso risultare alla foodblogosfera trite e ritrite...negli ambienti per così dire "normali" (lo sapete naturalmente, che siete tutti anormali miei cari foodblogger????) lasciano un pò basiti!!!!

I miei amici poi che sono poco inclini agli "esperimenti" (e per loro l'assaggio del riso thai è gia fase esperimento) rimangono ancora più basiti e perplessi...prima dell'assaggio of course!!!!!!!!!
Ovis Molis

ricetta ottima recuperata da Coquinaria, la migliore in assoluto che ho trovato in giro
5 tuorli sodi
100 gr di zucchero a velo
200 gr farina
100 gr fecola
200 gr burro fresco
1 pizzico di sale
Quando preparo questi dolcetti rompo le uova separando gli albumi dai tuorli, i primi li tengo da parte per fare le cialdine (che per questo vanno sempre in tandem con gli ovis molis), i secondi li metto tutti "nudi" in un tegamino di coccio e li cuocio a bagnomaria, ci metto un eternità...ma almeno recuro gli albumi, che cotti senza il loro compagno rosso andrebbero dritti, dritti nella pattumiera!


Quindi una volta recuperati 5 tuorli d'uovo sodo, bisogna setacciarli per bene (operazione FONDAMENTALE per la buona riuscita di questi pasticcini), io li metto uno alla volta nel colino a maglie strette e li schiaccio con un cucchiaio recuperando la purea in una ciotola.

Lavorare i tuorli ormai ridotti a purea appunto con del burro freschissimo morbido, lavorarli fino ad ottenera una crema, aggiungere lo zucchero a velo, successivamente la fecola e la farina poco per volta, fino ad ottenere una panetto omogeneo e profumato (si è davvero profumato!)
Metterlo in frigo a riposare per una mezz'oretta, riprendere il panetto e formare delle palline (abbastanza piccole visto che in cottura si "siedono" e di conseguenza si allargano), metterle in una teglia e formare un fossetto al centro di ogni pallina nel quale mettere un pò di marmellata a piacere (io ho usato una d'arance), cuocere a 130/140° (il forno DEVE essere preriscaldato) per circa 15 minuti, come tutte le frolle anche l'ovis molis "indurisce" raffreddandosi, quindi io biscottini vanno tolti dal forno anche se sono ancora morbidi!

Bhè le cialdine e i chocolate chips cookies, arriveranno domani con un altro post!!!!Ma non vi nego nessuna foto ;-)


















martedì 27 marzo 2007

Filetti di pesce spada all'arancia



Questo filetto all'arancia l'ho copiato un annetto fa paro, paro dal Cavoletto, l'avrò preparato almeno dieci volte, sarà che mi sto impratichendo sempre di più, ma l'altro ieri è venuto particolarmente buono, tant'è che Gianfranco mentre faceva la scarpetta (il soggetto fa la scarpetta con QUALSIASI COSA!!!!) m'ha guardato e mi ha detto "Buono questo, non l'avevi mai fatto prima, vero?"...ovvio che non ho risposto!

Ormai sento che il buonsenso in cucina mi sta diventando sempre più amico, mi consente di staccare gli occhi dal foglio dove sono segnati precisi precisi le dosi e i procedimenti e mi permette di adeguare con scioltezza un tempo di cottura più lungo o più corto, sostituire un ingrediente con un altro, concedendomi pure qualche piccola improvvisazione!!!

Non si può capire quanto per me questo rappresenti un motivo d'orgoglio!

Io non ho mai avuto le manine d'oro in cucina (come ho già scritto in passato) anche se pasticciare m'è sempre piaciuto, ma ricordo con simpatia, solo adesso che mi son presa la rivincita, quante volte mia madre mi ha detto rimestando e punzecchiando con la forchettina la mia povera e pallida creazione che giaceva esanime nel piatto : "Mmmmmhhhh, ma sei sicura che doveva venire così ?"
Eh si! Finché ho vissuto a casa dei miei genitori il mio animo da chef ha sonnecchiato e s'è divertito a farmi fare un plof dopo l'altro...poi quando ha avuto a dispozione una cucina tutta SUA , gli utensili tutti SUOI, IL FORNO TUTTO SUO (mia madre 10 anni or sono ha buttato il suo forno normale di casa - ho scritto BUTTATO - per sostituirlo col FORNETTO DE LONGHI, giuro che non scherzo, avete idea di cosa significhi sfornare anche solo 1/2 kilo di biscotti con il fornetto De Longhi?....ah dimenticavo ha pure trasformato una teglia da plumcake comprata dalla sottoscritta, in un vaso per tre piantine grasse!!!!!!!!! Non potete capire com'ho vissuto fino a tre anni fa, non potete.....) dopo tutto ciò, il mio cuoco interiore s'è risvegliato poco a poco, regalandomi enormi soddisfazioni come fare un buon filetto di pesce spada all'arancia. EVVIVA!!

Filetto di pesce spada all'arancia

400 gr di filetto di pesce spada senza pelle
2 arance
1 limone
1 spruzzo di aceto
2 cucchiai d'olio EVO
sale e pepe

Marinare per un oretta (più stanno, meglio è comunque) i filetti di spada tagliati a pezzi non troppo grandi con le bucce e il succo del limone e di una delle due arance, unire nella marinatura anche l'aceto, l'olio, sale e pepe.
Riscaldare la piastra e cuocere i filetti di spada leggermente scolati dalla marinatura, non far cuocere troppo altrimenti il pesce perde morbidezza, servire con l'arancia rimasta pelata al vivo...questa è stata la prima arancia pelata al vivo decentemente. DOPPIO EVVIVA!!!!

venerdì 23 marzo 2007

Ultimi strascichi d' autunno: Torta morbida di zucca






Questa l'ho preparata quasi come un rito WOODOO...


Ok, io mi son data da fare a trovare le ultime zucche disponibili, mi son data da fare anche a cucinarle pazientemente a MARZO davanti al camino acceso, a mangiarne a piccoli bocconi ripetendo come un mantra : "Siamo a MARZO, a fine MARZO, adesso basta con la pioggia, ESIGO IL SOLE!!!!"


Devo portare pazienza, lo so: il fatto che sono passate più di 24 ore dal primo giorno di primavera non significa necessariamente arrivo di ENORMI stormi di rondini, che di una non ce ne si fa niente....ma è più forte di me...io mi nutro si sole, le mie ossicine chiedono di essere appese al filo ad asciugare sotto il suo calore!!!!


Lo sa bene cuochetta a cui rompo le scatole un giorno si e uno no con la storia : "Ma lì a Torino che tempo fa...no sai perché qui piove, fa freddo, tira vento ed io che sono meteoropatica proprio non lo sopporto.....", Annamaria ti giuro che non ti parlo più del tempo!!!!


Non si sa mai...dovesse per caso la settimana prossima scoppiare il sole, mi sono preparata questa torta per non pentirmi di non aver consumato in modo dolce l'ultima zucca dell'autunno, comunque a parte la tiritera sul maltempo a me la zucca piace molto, anche lei scoperta da pochissimo (praticamente da quest'inverno), bella per la sua versatilità, sapore e colore, il suo arancio potrebbe invitare a mangiarla anche cruda.


La ricetta di questa torta l'ho trovata su "la mia cucina" di cui parlavo un paio di post fa...tra l'altro ho scoperto che non è più pubblicato da un bel p0', peccato perché era davvero fatto bene, comunque ritornando alla torta nonostante i più storcano il naso sapendo che è fatta con la zucca la richiesta del bis è garantita, la zucca combinata con gli amaretti e il cioccolato ha davvero un sapore unico e poi è davvero morbidissima.





Torta morbida di zucca


600 gr di zucca
300 gr d'acqua
100 gr di latte
250 gr di zucchero
150 gr di burro
3 uova
300 gr di farina
1 bustina di lievito per dolci
60 gr di amaretti
100 gr di cioccolato fondente


Mettere in una padella l'acqua e la zucca pelata e tagliata a dadini, cuocere a fuoco vivace per una ventina di minuti, comunque fino a quando la zucca non si sarà completamente sfatta e avrà assorbito tutta l'acqua.


Mettere la "crema" di zucca in un recipiente e far intiepidire.


In un pentolino scaldare il latte, aggiungere lo zucchero e far sciogliere, unire il burro e far sciogliere anche lui.


Unire il latte/zucchero/burro ormai del tutto sciolti alla zucca e far intiepidire.


Unire un uovo alla volta, la farina setacciata con il lievito e per ultimo gli amaretti sbriciolati e il cioccolato a pezzetti (io questa volta l'ho ridotto a pezzetti troppo piccoli e si è completamente sciolto), mettere l'impasto in una teglia 24 cm di diametro e cuocere a forno preriscaldato a 180° per circa 40 muniti, la prova dello stecchino comunque non mente mai!!!


Una volta cotta farla raffreddare e cospargere con zucchero a velo!!






lunedì 19 marzo 2007

Maltagliati al farro con "ragù" di cernia




Questa ricetta è stata ispirata da "bigoli in salsa di tinca" di un "La mia cucina" praticamente dell'anteguerra (vabbè esagero, era di circa 4 anni fa), l' unico della specie in casa mia e penso che oggi farò un giro in edicola per vedere cos'è cambiato in questo mensile in questi ultimi 4 anni, visto che rispolverandolo ho trovato un bel pò di ricettuzze interessanti e mi sono soprattutto accorta che chi curava all'epoca la cucina sperimentale era Simone Rugiati...che magari non sarà lo chef più bravo degli ultimi tempi...ma il più bello senz'altro si e questo da brava ruffiana mi fa ancora più simpatia!

Comunque ieri mi sono alzata con l'idea quasi fissa di onorare la farina di farro che ho acquistato qualche tempo fa e mentre impastavo farina e acqua ho pensato che avrei potuto condirla con un impiastro ispirato alla suddetta ricetta usando un filetto di cernia anzichè di tinca, che nella mia vita non ho mai visto e neanche mai assagiato, ma io e il pesce siamo amici solo da poco.

Il risultato è stato davvero interessante e giusto per onorare una sacrosanta DOMENICA!!!


Maltagliati al farro con "ragù" di cernia

per i maltagliati al farro:

200 gr di farina di farro
1 presa di sale
acqua qb

La dose è per 2 piatti abbondanti

Disporre la farina sul tagliare, fare il solito cratere, mettere al centro la presa di sale e versare l'acqua poco per volta formando un impasto elastico e omogeneo, lavorarlo con energia per una decina di minuti e lasciarlo riposare per altrettanto tempo.

Mettere l'impasto sotto un recipiente (mia nonnna mi diceva di fare sempre così per evitare che la pasta si secchi) e cominciare a prendere dei pezzetti d'impasto, stenderli con il mattarello uno per volta, devono essere abbastanza sottili, io ieri di prendere la nonna papera non ne avevo voglia, anche perchè l'impasto era pochino.

Una volta steso l'impasto tagliare dei rettangoli, quadrati, rombi (io trovo comodissima la rondella taglia pizza)...senza dare particolare attenzione alla forma, il bello dei maltagliati è che sono maltagliati!!!
Mettere i maltagliati su un canovaccio infarinato e mettere da parte

per il ragù di cernia:

sempre per due

1 carota piccola
1 costa di sedano
1/2 cipolla
10 pomodorini
1 piccolo mazzetto di rucola
2 filetti di cernia
1/2 bicchiere di vino bianco


Tagliare la carota, il sedano e la cipolla a cubetti molto piccoli, soffriggerli in una padella abbastanza larga con 4 cucchiai d'olio EVO.

Unire i pomodorini tagliati a spicchi, dovesse asciugare troppo unire un mestolo d'acqua calda (se ci fosse a disposizione del brodo di pesce sarebbe l'ideale), unire i filetti di cernia tagliati a cubetti e sfumare con il vino bianco, lasciar cuocere il ragù per un 10-15 minuti, unire la rucola tagliuzzata poco prima di terminare la cottura.

Unire nella padella i maltagliati al farro che nel frattempo saranno stati lessati per pochi minuti in acqua bollente, far saltare il tutto per pochi secondi, guarnire con rucola fresca.

mercoledì 14 marzo 2007

Marzo, Festa del Papà, San Giuseppe e Zeppoline





Marzo è tempo di pioggia, di sole tiepido di primavera, di festa del Papà e deliziose amarene morbidamente adagiate sulla pasta choux delle classiche zeppoline.

Io non avevo nessuna intenzione d'aspettare feste comandate per rifare dopo un anno il dolcetto tipico di San Giuseppe...e poi riflettendoci mi conveniva fare almeno una piccola prova prima di presentarmi il 19 marzo da Don Perinon con il mio bel vassoietto di zeppoline per l'ora di pranzo.

Mio padre, Don Perinon per l'appunto, è il goloso di famiglia...colpa sua se mi porto nei geni l'assoluta esigenza di finire qualsiasi pasto della giornata con una puntina di zuccheri: un cioccolatino, un biscottino...qualsiasi cosa, basta che sia dolce e se è cioccolatosa è meglio!

Mi piace tanto caratterizzare le feste con dei dolci e delle preparazioni tradizionali...purtroppo mi mancano i ricordi che vorrei dare ai miei figli un giorno: la casa sotto Natale che profuma di vin cotto che cola sulle cartellate, panzerotti alla vigilia dell'Immacolata, zeppole per la festa del papà (giù di lì) e l'immancabile "pizza di ricotta" a Pasqua...mia madre non ha mai amato cucinare e io purtroppo ho vissuto un infanzia senza mai aver visto sfornare in casa mia neanche un CIAMBELLONE, mia sorella che bazzica da queste parti può confermare!!!!!!!! Si può immaginare una cosa simile??

Il bello della vita è che i RIMEDI sono quasi sempre presenti: pazienza se certe cose non le ho potute vivere da figlia, certo è che mai mi farò sfuggire l'opportunità di viverle da madre!

Zeppole di San Giuseppe





Per la pasta choux

150 gr di burro
150 gr di acqua
150 gr di farina
1 pizzico di sale
4 uova non troppo piccole

Mettere in un pentolino il burro a pezzetti, l'acqua e un pizzico di sale e portare a ebollizione.

Fuori dal fuoco aggiungere in un colpo solo la farina setacciata, rimestare velocemente facendo si che la farina sia totalmente assorbita formando un impasto abbastanza sodo.
Rimettere l'impasto (che in questa fase si chiama panade, la mia è solo nozionistica, ma visto che lo sò perchè non dirlo) sul fuoco e farlo cuocere, RIMESTANDO CONTINUAMENTE, fino a quando non inizi a sfrigolare, io consiglio la lettura di queste pagine...c'è spiegato tutto precisamente e molto meglio di quanto possa fare io!!!
Una volta che la panade è bella pronta, deve risultare un impasto non disgregato e sodo, trasferirla in una ciotola e lasciarla leggermente intiepidire.
Una volta intiepidita unire le uova UNA PER VOLTA, badando di aggiungere l'uovo successivo solo quando il precedente sia stato ben assorbito, si consiglia praticamente ovunque di aggiungere l'ultimo uovo a cucchiaiate fermandosi quando l'impasto è diventato lucido e pesante come una crema pasticcera,Francesca Spalluto scrive sempre su Gennarino, che l'impasto è perfetto quando tirandolo su con un cucchiaio non si strappa, ma forma un ricciolo pesante (l'ho già detto che Francesca Spalluto é TROPPO GRANDE!!!!!).
Mettere l'impasto nella sac-a-poche e formare le ciambelline delle grandezza desiderata, io adoro i formati mignon (di solito con le paste grandi m'inguacchio sempre) cuocere per i primi 20 minuti a 200°, dopo abbassare la temperatura a 190° e continuare a cuocere fino a quando le zeppole non solo si saranno gonfiate ma avranno avuto un bel colore ambrato, occhio che spesso sembrano cotte e invece sono ancora crudine dentro e si spatasciano 5 minuti dopo averle tirate fuori dal forno, parlo per esperienza.
Una volta cotta, fare la prova assaggio, d'obbligo...che la pasta choux nature è sempre buona, guarnire con crema pasticcera e amarene sciroppate!


mercoledì 7 marzo 2007

Crostata di Ricotta con Composta di Frutti di Bosco




Questa crostata la faccio spesso e in mille varianti, la "filosofia" è sempre la stessa: frolla sotto, composta di frutta o marmellata (ci aggiunco spesso cose golose: cioccolato fondente in pezzi con marmellata d'arance oppure mandorle a lamelle con confettura di lamponi) al centro , crema di ricotta e yogurt sopra e infine si "chiude" con strisce di frolla.

Mi piace vedere gli strati colorati nel triangolo dolce che ho nel piatto, mi piace sentire la consistenza quasi da mousse della crema di ricotta che contrasta con la friabilità della frolla e scoprire ogni volta un gusto nuovo, l'ho provata ultimamente anche con la confetture di pesche e cardamomo.

Crostata di Ricotta con Composta di Frutti di Bosco

per la frolla:

250 gr di Farina
50 gr di Fecola
150 gr di Burro freddo a pezzetti
150 gr di Zucchero a Velo
1 uovo
1/2 cucchiaino di lievito per dolci
per la composta di Frutti di bosco:

200 gr di Frutti di bosco
100 gr di zucchero

per la crema di Ricotta

300 gr di ricotta
2 uova
100 gr di zucchero
1 vesetto di yogurt

Preparare la frolla nel modo consueto: mescolare le polveri, sabbiare con il burro freddo, unire l'uovo e lavorare poco, far riposare in frigo almeno 30 minuti.

Per la composta mettere in una casseruola i frutti di bosco con lo zucchero, unire il succo di mezzo limone e cuocere a fuoco lento portando a ebollizione e ottenedo con la parte liquida della composta una sorta di sciroppo stretto, metterne da parte mezzo bicchiere.

Prepare la crema di ricotta, mescolando con la frusta i tuorli delle due uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto abbastanza spumoso, unire la ricotta ben sgocciolata e lo yogurt, mescolare fino a quando il composto non risulti liscio ed omogeneo, unire lo sciroppo di frutti di bosco e moooolto delicamente i due albumi restanti montati a neve.

Stendere la frolla in una teglia imburrata e infarina, bucherellarne il fondo e distribuire la composta di frutti di bosco, ricoprirla con la crema di ricotta e formare la classica griglia con le strisce di frolla.

Infornare a 180° per 40-45 minuti, i tempi di cottura del fondo della frolla e quelli della crema di ricotta sono diversi, per questo inforno questa crostata nel lato più basso del mio forno (altrimenti il fondo risulta troppo umido).


martedì 6 marzo 2007

Riso Thai Spring Style


Questo è un piatto che trovo troppo goloso,colorato, saporito e completo...fa bene all'umore, al mal di schiena, alle rughe, all'alluce valgo, provare per credere...ma soprattutto fa tanto primavera!!!!E questo BASTA!

Ho inaugurato con il mio riso Thai anche il Wok che m'ero regalata all'inaugurazione dell'IKEA a Bari....EVVIVA dal 14 feb ce l'abbiamo anche noi!!!

Per due persone con una fame discreta ecco le dosi...se la fame fosse tanta, basta raddoppiare!


Riso Thai Spring Style

180 gr di riso Thai
1 peperone giallo piccolo
1 carota
1 scalogno
1 manciata di macinato (non è indispensabile)
1 uovo
pochi asparagi selvatici (se ci sono dei piselli è meglio...io non li avevo)
1 cucchiaio di salsa di soia
Olio evo q.b.

Sbattere l'ovetto con un cucchiaio di latte e parte degli asparagi tagliati a pezzettini ( i miei erano abbastanza sottili e non li ho sbollentati in acqua cosa che generalmente bisogna fare), in una padella larga scaldare poco olio e cuocere una frittatina sottile, sottile; farla dorare da entrambi i lati e metterla da parte.

Tagliare a cubettini il peperone, la carota e lo scalogno.Mettere nel wok qualche cucchiaiata d'olio, aggiungere le verdure e far saltare per 5/10 minuti (c'è a chi piacciono le verdure belle croccanti, a chi più morbidine), aggiungere il macinato e successivamente gli asparagi e poco prima di terminare la cottura unire la salsa di soia, non occorre salare perché la salsa di soia salata lo è già di suo.

Mentre le verdure saltellano in padella si può già incominciare a cuocere il riso Thai, io ho usato quello della Coop che è PROFUMATISSIMO, non sono una grande esperta di riso quindi se qualcuno dovesse conoscere un riso ancora più profumato, magari d'agricoltura biologica non darti a farmelo sapere...perché già di questo me ne sono innamorata, ma sono convinta che in giro potrebbe esserci di meglio.

Far bollire dell'acqua, deve essere il doppio del peso del riso, aggiungere il riso con poco sale, coprire e abbassare la fiamma, far cuocere per una decina di minuti (si dice che mentre cuoce non bisogna mai alzare il coperchio...io cerco d'alzarlo il minimo, giusto per vedere se è pronto), una volta cotto il riso metterlo nel wok e farlo saltare per qualche secondo con le verdure, far insaporite ben ben.
Non mi sono dimenticata la frittatina che taglio a quadratini e aggiungo a fuoco spento!

Annusare (perché ha proprio un buon odore), impiattare e bon appétit!


lunedì 5 marzo 2007

Dolce di cioccolato e mandorle




Ecco uniti i due cibi per cui potrei fare follie!!!...assieme ai pistacchi e alla salsina di aneto e senape ovviamente.

Adoro le mandorle da quand'ero bambina, spesso quando il mio stomaco esige una coccola veloce o semplicemente ho un piccolo languore (la classica voglia di qualcosa di buono), affondo le dita nel bustone di mandorle scure (mi piacciono così, con la loro pellicina ruvida) , ne tiro fuori una manciata e per me diventano peggio delle ciliege!!!

Devo dire che sono sempre stata iper-fortunata perchè nella mia dispensa non sono mai mancate quelle BUONE e BIOLOGICHE senza spenderci neanche un soldino!!!!!!!
Grazie alla mia nonnina che ogni anno mi procura cose SPETTACOLARI e genuinissime, come l'olio e.v.o. di Terlizzi che è buonissimo, il miele di montagna (se ne fa spedire ogni anno da alcuni conoscenti) e le mandorle per l'appunto!!!!

Questo dolce è stato gentilmente richiesto dai nipoti, che non vanno esageratamente pazzi per i dolci a meno che non ci sia del cioccolato sopra, sotto, ai lati e mi sembrava il caso si accontentarli visto che spesso faccio dolci per palati più adulti.
Dolce di Cioccolato e Mandorle

dal libro di Trish Deseine "Cioccolato"
Come scrivevo anche nel post dei Muffin noci-caramello questo impasto ricorda quello della torta caprese, io ricette di torta caprese ne ho almeno 4, il risultato delle quali differisce per morbidezza, umidità, qualcuna è un pò più altina, qualcuna meno, ma al gusto sono tutte più o meno simili...nessuna m'è venuta gnucca o asciutta (ho delle ottime fonti), anzi proprio questa di T.D. è sicuramente quella meno "compatta", ma molto fondente senza dare l'impressione d'essere cruda al centro (cosa che non mi fa impazzire nei dolci).

200 gr di cioccolato fondente

100 gr di mandorle tritate

100 gr burro

180 gr di zucchero

75 gr di farina

5 uova

1 cucchiaino di lievito per dolci

Sciogliere il cioccolato con il burro a bagnomaria o nel micro, aggiungere lo zucchero, i tuorli d'uovo uno per volta facendoli assorbire ben bene dall'impasto, unire le mandorle, la farina setacciata con il lievito.

L'impasto risulta abbastanza sodo, quindi conviene sacrificare due cucchiaiate degli albumi montati a neve e per allentare il composto, dopo di che unire delicatamente e gradatamente gli albumi all'impasto badando che non si smonti.
Cuocere in forno preriscaldato 170° per 50 minuti circa!