lunedì 29 marzo 2010

Tra il Dire e Fare, c'è di mezzo il Gustare: libera ASSOCIAZIONE d'idee!

Erano diversi mesi che stavo cercando nella mia città dei corsi di cucina.

Bari è una città molto grande, assolutamente una città che vive di scambi e commercio che nell'ultimo decennio ha visto fiorire cultura, tendenza e svago, anche se le ultime due sono sicuramente cresciute di più; una città che può comunque offrire parecchio rispetto a molte altre grandi città del sud, perciò mi sembrava impossibile non trovare qualche scuola professionale o qualche associazione dove poter approfondire l'argomento culinario (molto di tendenza negli ultimi anni).

Non qualcosa di estremamente "commerciale", non una cosa della serie "professione domani" (nome inventato eh!!) o roba del genere, associazioni o sedicenti scuole professionali dove l'obiettivo principale è avere il maggior numero d'iscritti a oleare le casse, corsi che in città non mancano.

Io cercavo un luogo dove la cucina, il cibo, la qualità e l'amore per queste tre cose fosse il motore principale e devo dire che ho "girato" e non poco, fino a quando nel blog di Ornella ho trovato un post dedicato all' associazione DireFareGustare, quando ho letto la parola BARI quasi non ci credevo!!

Così ho avuto il piacere di contattare Mara Battista, che insieme ad Angela Giorgio hanno creato l'associazione DireFareGustare (a breve sarà online il nuovo sito), loro sono due simpaticissime signore di mezza età, dovrei dire così, ma il termine non rende giustizia, ne verrebbe meno la loro energia e sfrizzantezza che ha reso le quasi quattro ore passate insieme un qualcosa d'indimenticabile!

Mara e Angela non si definisco assolutamente due insegnanti e ci tengono a precisare che i loro non sono corsi di cucina, ma degli incontri a tema culinario e lasciano spesso lo spazio della meravigliosa cucina bianca (trattasi della cucina di Angela, in cui lei normalmente prepara il caffè per la famiglia) nelle mani di esperti invitati dall'associazione.
Ci sono diversi incontri a tema che spaziano dalla cucina giapponese, uno spledido reportage lo si può trovare nel blog di Anna, al menù di Pasqua e Pasquetta, incontro a cui ho partecipato personalemente.
L'esperienza è stata mistica, consentitemelo, anche perchè avevo perso le speranze di trovare un luogo in cui si parlasse di cucina in maniera sensata e desse un occhio al portafogli (si fa presto a parlare di corsi di cucina, ma spesso hanno prezzi davvero importanti, dei veri e proprio investimenti, almeno per le mie tasche), in questo caso si tratta esattamente d'un rimborso spese e vedendo quello che Mara e Angela hanno preparato (e diciamolo pure...non si definiscono insegnanti, ma hanno anni d'esperienza e sono davvero BRAVE!!) e quello che a fine incontro ci hanno servito: biscottini al formaggio. Sformato di ricotta e carciofi. Saint Honorè alla mousse di tonno. Pennoni ripieni al sugo. Cosciotto d'agnello con patate fondenti.Agnello in fricassea con piselli. Zuccotti di colomba...come non poterne essere grate!!!!

L'unica nota stonata??La mia Nikon che a metà incontro mi ha abbandonata!!!Un ottimo motivo per ripetere l'esperienza a pile cariche però!

sabato 20 marzo 2010

Les macarons, parlavano francese e non ci siamo capiti... :-)


Questa dei macarons rapprensentava per me una piccola sfida, come penso sia per chiunque decida di prepararli per la prima volta, infatti hanno la "pessima" fama di non riuscire al primo colpo, sono dolcetti francesi, con la classe e l'erre moscia, delicati e preziosi (quelli fatti bene, sono meravigliosi, color pastello, fanno commuovere per la bellezza e per le loro rotondità lucide e croccanti).
Dolcetti dispettosi, richiedono dedizione, pazienza e mani esperte...ma io c'ho voluto provare comunque, perchè provando s'impara e perchè come canticchio a Jacopo riprendendo il ritornello di una piccola filastrocca "...in ogni sfida nuova, vince chi ci prova"!!!E IO EBBI A PROVARE!

Adesso guardando la foto in alto si potrebbe evincere che l'esperimento sia andato completamente fallito, beh! certo,se avessi dedicato più tempo a documentarmi e avessi letto a lungo, prima di cuocere i miei dischetti, i preziosi consigli di Maurizio Santin e di Pinella forse avrei avuto un risultato migliore...però di questi macarons non mi lamento, non sono carini (quelli in basso)??Io credo di volergli proprio bene, sono stati davvero coraggiosi a venir fuori dal mio forno con un aspetto decende, a dispetto dei fratelli (quelli a cui ho aggiunto il cacao) che non si sono ribellati al loro destino di mal riusciti, non ho neanche pensato di mangiarli questi eroi bianchi, per rispetto!

Monsieur le MACARON

Di ricette in giro ce ne sono un'infinità, anche se quelli di Mercotte godono d'una fama incredibile anche perchè sui macarons, Mercotte ha persino scritto un libro : "Solution Macarons"!Il titolo è intuitivo,se hanno bisogno di soluzioni, evidentemente creano problemi...giusto, se uno problemi non ne ha, che si metta pure a preparare macarons, giusto per provare l'emozione...

Io ho recuperato la ricetta dal cavoletto, che del libro di Mercotte ne ha scattato le foto, sembra apparentemente semplice sia per ingredienti che per eseguzione, per questo anche se il primo risultato può sembrare disastroso l'invito a riprovare viene da sè.

Allora, io ho usato

80 gr di ALBUMI invecchiati 2 gg in frigo
105 gr di FARINA di MANDORLE
135 gr di ZUCCHERO A VELO (industriale, contente amido)
25 gr di ZUCCHERO SEMOLATO


Vi scrivo l'esecuzione a "crudo", dopo metterò una valanga di post scriptum FONDAMENTALI.
Alors....Passare al mixer la farina di mandorle con lo zucchero e passarli al setaccio, per avere una farina di mandorle e dello zucchero a velo davvero impalpabibili.
Montare le chiare a neve con un pizzico di sale, unire lo zucchero semolato continuando a montare bene.
Unire il composto di zucchero e mandorle alle chiare in due tempi, molto delicatamente, si dovrà ottenere alla fine un composto lucido, omogeneo, che faccia "il nastro".
Prendere una tasca da pasticcere con una bocchetta tonda e formare dei piccoli mucchietti su una placca foderata di carta forno. Farli riposare ancora crudi almeno un ora e cuocere per 10/12 min a forno preriscaldato a 155°.
Una volta cotti, staccarli dalla teglia e guarnirli in maniera classica con creme al burro o ganache al cioccolato (come nel mio caso), però sulle guarnizioni non c'è limite da quello che ho visto e nemmeno sulle varianti della "amaretto meriganto".
Porli farciti su un piatto, ricoprirli con pellicola e porre in frigo per una notte.

Cominciamo con i PS.
1) La farina di mandorle deve essere davvero impalpabile, della polvere di mandorle, io invece ho semplicemente frullato (NON HO UN ROBOT DA CUCINA, VI PARE POSSIBILE????), le mandorle con lo zucchero a velo e per quanta pazienza e volonta ci abbia messo NON ho ottenuto la farina di mandorle che necessita la ricetta. Questo a determinato un composto non liscio e le foto sono molto clementi, perchè il risulta è davvero ruvido.

2)I mucchietti devono essere ben distanziati perchè quando sono a riposo prima d'infornarli si allargano parecchio, questa attesa è un passaggio che io ho omesso, l'ho letto dopo che questa fase di "essicazione" dovrebbe evitare la screpolature dei macarons in cottura.La prossima volta li faccio riposare ben bene.

3) Sulle temperature e le modalità di cottura ho letto cose diverse tra loro, chi li mette a 140° per tot minuti e poi abbassa la temperatura, chi consiglia una temperatura costante di 155°, si consiglia anche di utilizzare un doppia teglia in cottura (perchè il calore della teglia è più forte in questo???può essere???non lo so), chi cuoce per non più di 10 minuti, chi 15 minuti...io sono andata a "sentimento" e ho cotto a 155° per un quarto d'ora.

Sui macarons c'è un universo da sapere.Io comincio con queste poche cose, ma ogni contributo sarà prezioso.


mercoledì 17 marzo 2010

Torrette al gianduja.Improvvisazione perfettamente riuscita.


Se non si fosse capito, la cuoca imperfetta ha una perfetta predilezione, per i dolci, certo questo s'era capito, ma la sua è una predilezione nera e intensa, una predilezione per la tavoletta, ma se c'è da sporcarsi le dita con qualsiasi versione cremosa non disdegna, anzi...La sua è una vera devozione di quelle che andrebbero premiate per la costanza e l'impegno, perchè è almeno un quarto di secolo che annusa, degusta, venera la tentazione in persona : il cioccolato!

Veramente potrei definire il cioccolato la mia vera e unica droga, credo che potrei stare tranquillamente settimane senza neanche pensarci alla pasta se mi fosse negata, potrei persino dimenticarmi la pizza, ma senza cioccolato MAI!!!E per favore non parlatemi di Roches o similari (comunque non dico di no neanche a quelli), il cioccolato che mi rilassa e mi fa bene è NERO, AMARO, PROFUMATO, FONDENTE e diciamo almeno al 70% di massa di cacao...il mio psicofarmaco per elezione!Toglietemi tutto, ma non...

Per moltissimo tempo sono stata integralista convinta nei confronti del cioccolato: o fondente o non se ne parla; non scherzo se dico che per anni non ho assaggiato del cioccolato a latte o del gianduja, anzi proprio quest'ultimo m'è sempre stato sul naso, forse colpa di orribili giandujotti che mia madre comprava di infima qualità, dolcissimi, immangiabili (da dirlo io!!!) che forse non solo non contenevano vere nocciole piemotesi DOC, ma anzi è probabile non contenessero proprio nocciole....fatto sta che per anni ho snobbato il classico cioccolatino dorato dal gusto di Piemonte e similari.
In questi ultimi anni però mi sono ammorbidita e forse è cresciuta anche la mia curiosità culinaria, pertanto s'è vero che il primo amore non si scorda mai, bisogno sempre lasciare spazio e possibilità ai prentendenti che verranno...

Come in questo caso, in cui per una cena con amici ho sperimentato questo dolce da servire fresco fresco tutto nocciola e cioccolato che è andato un milione di volte oltre le mie più rosee aspettative (proprio mentre li tuffavo nella granella di nocciole mi sano domandata cento volte "Ma, sacch'stu dolc, avà piacè???"...scusate ma certe volte penso in barese, è la mia terra!!).Comunque il dolce è piaciuto. A me TANTISSIMO!

TORRETTE AL GIANDUJA


In principio doveva trattarsi semplicemente del dolce di cioccolato e mandorle (che io ho trasformato in cioccolato e nocciole) tratta dal libro "Cioccolato" di Trish Deseine, una di quelle torte crostolose fuori e fondenti e morbide dentro (in alcuni casi trattasi di un interno "crudo e godurioso"...mamma se è godurioso!!!) da fare il giorno prima, cosa che non solo fa bene alla torta, fa bene agli ospiti che la mangeranno con più gusto e fa bene anche alla brava padrona di casa che avrà un pensiero in meno il giorno del pranzo o della cena.
Così m'ero anticipata il mio bel dolcetto il venerdì per il sabato, ma poi il sabato pomeriggio verso le 15.00 m'ha colto uno improvviso prurito alle mani che m'hanno portato, quasi in trance, a prendere la mia bella torta e a farla in tanti pezzetti alti e piccoli con un coltellaccio, pezzetti che ho spalmato con un'improbabile e improvvisata crema fredda alla crema di nocciole e formaggio e affondato nella granella di nocciole!Dopo qualche ora di frigo sono diventante BUONISSIME!!!

Per la base (Dolce di cioccolato e mandorle di Trish Deseine)

200 gr di cioccolato fondente a piccoli pezzi
5 tuorli
5 albumi
180 gr di zucchero (io ho usato dello zucchero di canna mascobado e dopo la cottura si sentiva!!!!)
100 gr di farina di mandorle (io solo nocciole)
75 gr di farina
1 cucchiaino di lievito

Far sciogliere il cioccolato a bagnomaria con il burro in pezzi, togliere dal fuoco, aggiungere i tuorli e poi lo zucchero, aggiungere le mandorle, il lievito e la farina setacciati insieme e lavorare (l'autrice dice che può andare anche tutto nel mixer, io come al solito vado di frusta a mano), unire in tre riprese gli albumi montati a neve.
Quando anche gli albumi risultano ben incorporati, imburrare una teglia da 24 cm (erano abbastanza alte le mie torrette, se dovessi rifarla credo che andrebbe bene anche una teglia da 28 cm), infornata a 180° (FORNO PRERISCALDATOOOOOOO!!!!) per circa una 50ina di minuti, a cottura terminata far intiepidire la torta e sformarla.

Per la crema nocciole/formaggio

Crema di nocciole 150 gr circa (io ho usato una crema Bio che stanziava da un pò in dispensa)
Formaggio fresco spalmabile 100 gr

In una ciotola lavorare la crema di nocciole con il formaggio fresco (io ho riscaldato un pò la crema di nocciole a bagnomaria, anche se era abbastanza cremosa già di suo, ma il formaggio non era spalmabilissimo e avevo paura che mi facesse grumi, scaldare il formaggio mi convinceva poco, perciò ho scaldato la crema e il "calore" della crema alla nocciala ha fatto il suo dovere!!!), lavorarli bene con una spatola fino ad ottenere una consistenza molto cremosa, in caso aggiungere qualche goccia di latte o panna.

Composizione

Tagliare a quadrotti la base al cioccolato, spalmare il lati con la crema e tuffarli nella granella di nocciole, decorare con della crema  anche la parte sovrastante delle torrette e ripetere fino a esaurimento del dei pezzetti di base, mettere in frigo per qualche ora, il passaggio in frigo a mio parere fa un enorme differenza!!!


giovedì 11 marzo 2010

99 COLOMBE PER L'ABRUZZO


Anche il mio blog imperfetto nel suo piccolo vuole dare il suo contributo all'iniziativa "99 colombe per l'Abruzzo", un'iniziativa nata dalla voglia e dalla grinta che sta spingendo un'azienda storica abruzzese, quella delle sorelle Nurzia, attraverso il passa parola tra facebook e i foodblog, a non farsi dimenticare e non far dimenticare (per se stessa e per tutta la popolazione abruzzese) che qualche grosso macigno di quel terribile 6 Aprile 2009 è ancora lì, dopo quasi un anno e  pesa ancora troppo, per ricordarci che la ripresa ha bisogno di un paio d'ali forti e grandi quando forse l'Italia intera per riuscire a far predere quota a una splendida Aquila e a 99 colombe!

La mia unica ricetta per questo post è questa lettera vera e sincera che Mara Marinangeli responsabile marketing dell'azienda Sorelle Nurzia ha scritto ad Artemisia e l'invito a tutti quelli che ogni tanto passano di qui a leggere e sostenere questo piccolo, ma grande e tenace progetto, pubblicando a loro volta un post dedicato a "99 colombe per l'Abruzzo" o magari decidendo d'ordinare uno dei tantissimi prodotti che l'azienda confeziona durante l'anno (la Pasqua è vicina perciò la scusa è buona  :-) ) i costi e tutte le informazioni si possono trovare su www.99colombe.blogspot.com.


"Cara Artemisia, cari amici ,

scrivo da L'Aquila e precisamente da dentro una casina di legno antisismica che è diventata la mia nuova dimora lavorativa dopo il terremoto. Il mio nome è Mara Marinangeli, mi occupo di Progetti Speciali, di strategie , di nuovi modi di inventare un modo di proporre il marchio Sorelle Nurzia che è l'azienda per la quale lavoro......non saprei dire onestamente che lavoro faccio da dopo il 6 aprile 2009 se non che invento ogni giorno la mia vita e quella di chi accanto a me ha deciso di non fermarsi e di far prevalere l'ottimismo innanzitutto.

Sarebbe illogico e falso se dicessi che va tutto bene ma la giusta ottica è quella che mi spinge a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e l'entusiasmo nel vivere la mia vita e nel cogliere le opportunità che questa tragedia ci ha messo davanti . Se si vuole vedere il nero qui ce n'è da ogni dove. Basta attraversare la strada davanti la fabbrica e ti trovi dentro Onna, dentro un paese fantasma dove i pullman di tutto il mondo vengono facendo tappa prima di arrivare a Pompei...più o meno i viaggi della tragedia ormai li dirottano tutti qui. Vai dentro un paese raso a suolo , ti accori, ti giri intorno e poi guardi le nuove casine della ricostruzione dove le persone sembrano statuine in un presepe finto , dove sembra che la normalità abbia ripreso il suo posto ma dove mancano all'appello due generazioni: quella dei ragazzi e quella dei bambini del paese.

Questo è quello che vedi dentro Onna ma che a specchio trovi in ogni paese che circonda L'Aquila. La mia città senza più il suo cuore pulsante, i suoi portici pieni di vita, le sue 99 chiese, 99 piazze, 99 fontane....senza la casa dove vivevo con la mia famiglia , le mie due bambine e mio marito. Casina antisismica di legno anche per la mia vita familiare. Molto poco in piedi di tutto ciò che ci aveva lasciato il passato ma tanta energia giovane è rimasta ad osservare ed a progettare il modo e tempo giusto e propizio per rialzarsi. Tra queste persone ci sono io con tutti i miei colleghi di Sorelle Nurzia che dall'11 maggio, appena sono tornati a riaccendersi i forni della fabbrica non abbiamo perso tempo siamo tornati a lavorare con una grinta incredibile. Il terremoto ci ha sorpresi in modo vigliacco, di notte, sorprendendoci nel sonno. Ci ha tolto tanto in 20 secondi dopo i quali abbiamo dovuto riorganizzare completamente le nostre vite ma abbiamo capito da subito che il lavoro ci avrebbe ridato la dignità e l'energia per non spegnerci dentro tanto dolore da cui eravamo circondati. La vita nelle tendopoli è stata un'esperienza di grande crescita. La condivisione degli spazi con persone sconosciute, la mensa con altre 250 persone con cui si pregava prima di mangiare, la scuola dei bambini conquistata con grande fatica pur di non permettere che vivessero come senzatetto lasciati senza una guida o un punto di riferimento di un'insegnante. Fare la fila per poter fare una lavatrice, non avere una parrucchiera per mesi. A ripensarci mi vengono i brividi ma sento che siamo stati eroici. Sorelle Nurzia ha fornito dentro le tendopoli le colazioni per tanti sfollati, io andavo a contare i cartoni nelle tende-mensa per fare un minimo di inventario ed aiutare la Protezione Civile, la Croce Rossa o le Misericordie che gestivano i campi a fare i rifornimenti ed agevolarli negli scarichi dei prodotti . Chiudono le tendopoli e arriva il Natale folgorante del 2009 con la solidarietà di tutto il mondo che ci ha cercati e sostenuti acquistando i nostri torroni e panettoni. Ma il momento più temuto non si è fatto attendere ed è stato gennaio dove è arrivato lo stop fisiologico nel quale l'azienda ha avuto un calo di commesse. Non esistendo più il mercato locale del centro storico si sono fermate automaticamente le vendite dei nostri favolosi biscotti che fornivamo nelle enoteche, nei bar, nei negozi specializzati, negli alimentari o nei centri commerciali. Non ho paura ma mi rendo conto che senza L'Aquila ho bisogno di trovare un indotto commerciale fuori questo territorio dolorante dove la ripresa sarà lenta e faticosa. Quindi internet che mi permette ogni giorno di conoscere tante persone tra le quali i foodblogger , un gruppo di originali appassionati del mondo del cibo. Ho 41 anni ed ho sempre lavorato nel marketing, guidata da studi accademici che mi facevano camminare quasi su un territorio tracciato da altri. Dopo il 6 aprile mi sento un'esploratrice, una pioniera che cerca, curiosa, osserva luoghi e mosse come se fossi la prima a scendere su un'isola deserta. Ripartire , o meglio risorgere dopo un sisma catastrofico dove non hai più neanche un punto di riferimento in piedi è davvero difficile ma allo stesso modo affascinante. Quando hai bisogno di ago e filo e sei costretto a chiederlo a qualcuno che te lo deve portare da Roma il giorno seguente capisci che devi ripartire da zero e se sei coraggioso fai finta di niente e riparti altrimenti fai le valige e decidi di tornare dopo un paio di anni quando qualcuno al posto tuo avrà provato a riattaccare i pezzi di un puzzle.

Noi abbiamo deciso di rimanere non senza vivere momenti di grande sconforto ma Sorelle Nurzia è stata la nostra ancora, un transatlantico che è uscito fuori rotta , ha imbarcato un pò d'acqua ma poi grazie a chi stava al timone ha ripreso la via, cercando di non guardarsi mai alle spalle e sostenendo chi aveva momenti di cedimento. Ora siamo migliori di prima, sicuramente persone diverse ed orgogliosi di non aver mai abbandonato la nave. Anzi....

Nuova vita...nuovi modi di lavorare e produrre. Lavorare sulla destagionalizzazione di Sorelle Nurzia è stato il mio primo pensiero , uscire dal binomio Sorelle Nurzia uguale torroni uguale Natale ma piuttosto Sorelle Nurzia ......tentazioni tutto l'anno.

Ho letto , non so dove, che quando ci sono grandi avvenimenti catastrofici , situazioni negative che cambiano la vita, di contro ci sono nuove risorse che lo spirito di sopravvivenza ti spinge a tirare fuori . Forse è propri dietro questa filosofia che è uscita la nuova linea di Sorelle Nurzia che propone la Pasqua con colombe, pizze di Pasqua prodotte con patate locali e lievitate 2 giorni, uova di cioccolato realizzate con il nostro cioccolato del torrone e ovetti confettati, praline di ogni tipo, amaretti, cantucci al pistacchio e tanti tanti altri prodotti da forno.

Vi invito quindi a visitare il nostro sito www.sorellenurzia.it, anzi , mi piacerebbe invitarvi in fabbrica qui da noi per conoscerci e visitare un pezzettino dell'Aquila produttivo e pieno di vita!!!

Se poi siete interessati a qualche prodotto o alla nostra linea di biscotteria potete contattarmi , sarò lieta di darvi ogni consiglio o chiarimento.



Vi abbraccio

Mara "